
L’ORIGINE, LA GENETICA SELEZIONE E LO STANDARD DI VALUTAZIONE DEL CANARINO JASPE
Storia e selezione del Jaspe
Il gene mutato cui è stato dato il nome Jaspe non ha fatto la sua comparsa nel canarino di colore, ma si è manifestato per la prima volta, alla fine degli anni ’80, nel Lucherino europeo (Carduelis spinus). In seguito la mutazione è stata traslata al Cardinalino del Venezuela (Carduelis cucullata) e da questi al Canarino di colore. Il merito di aver originato il Canarino Jaspe va equamente attribuito a un italiano e due spagnoli. Il primo vanta sicuramente il primato di aver ottenuto i primi esemplari, trasferendo la mutazione sul tipo Nero. Egli è Riccardo Rigato, veterinario e apprezzato giudice internazionale I.E.I..
Il suo progetto selettivo ha avuto inizio già nel 1999, con l’accoppiamento tra un Cardinalino del Venezuela mutato maschio, diluito singolo fattore e una femmina Nero rosso mosaico. I risultati non sono stati però favorevoli poiché sono nate solo femmine, non feconde rispetto ai maschi F1 derivanti da simili accoppiamenti. Nel 2000 è stato ripetuto l’accoppiamento e sono giunti i primi maschi F1. Nel 2001 sono stati ottenuti gli R1 e nel 2002 gli R2. Subito dopo gli allevatori spagnoli Jose Antonio Abellan e Guillermo Cabrera, partendo dal Lucherino Testa Nera (Carduelis magellanicus) ove pure è stato traslato, hanno avviato il processo selettivo conseguendo ottimi risultati in breve tempo, consentendo agli organismi tecnici spagnoli (coordinati anche dal giudice Emilio Tarraga) di poter avviare il tortuoso corso che consente il riconoscimento della mutazione in ambito internazionale. La mutazione esiste sotto forma di semplice diluizione (S/D) e doppia diluizione (D/D), riconosciuta solo la prima nei tre tipi base.
Il riconoscimento del Jaspe
L’ultima fase della procedura che ha decretato l’ammissione dello Jaspe nell’ampio panorama della specializzazione dei canarini di colore è stata espletata a gennaio del 2014, a Bari, nel corso del 62° Campionato Mondiale di Ornitologia. Una speciale commissione composta dai giudici internazionali Salvatore Oddo (Italia), Bernard Desaegherì (Francia), Freddy Van Hauwermeiren (Belgio), Paul Berends (Olanda), Alois Klemm (Germania) e Roberto, ha assolto l’ultima formalità della procedura con cui è stata promossa la proposta di riconoscimento dello Jaspe nella versione Singolo Fattore (S/D), avanzata dalla C.O.M. Spagna, presieduta da Miguel Penzo, relativamente ai tipi base Nero, Bruno e Agata.
L’origine del nome
Il sostantivo maschile “jaspe” (diaspro in italiano) deriva dal greco e significa pietra maculata (piedra manchada in spagnolo) ed indica una roccia composta da quarzo, contenente delle impurità, spesso atomi di ferro, che conferiscono alla roccia stessa delle vivaci colorazioni. Per completezza di trattazione aggiungiamo che in Italia la mutazione era stata originariamente battezzata con il nome “Ametista”.
L’espressione genotipica
Il comportamento ereditario con cui si esplica la mutazione in rassegna costituisce una novità assoluta per la canaricoltura di colore. E’ una mutazione di tipo autosomico semi dominante ad espressività variabile. La presenza di uno solo di questi geni rispetto all’allelico gene ancestrale determina una dominanza parziale su quest’ultimo. Quindi, l’azione in singolo fattore del gene mutato determina, di per sé, una modifica delle melanine. Qualora il gene mutato fosse presente su entrambi i cromosomi, ciò provocherebbe un effetto di ulteriore riduzione delle melanine (sia feomelanina che eumelanina). Non si tratta, quindi, né di una mutazione legata al sesso né di una mutazione recessiva, né tantomeno di una mutazione dominante, ma di una mutazione con cui gli appassionati della canaricoltura di colore non hanno mai avuto a che fare in precedenza: l’autosomica dominante a mezzo fattore. Ciò equivale a dire che il gene mutante non risiede sui cromosomi sessuali, ma su quelli autosomici (cioè su quelli che definiscono le caratteristiche somatiche). La presenza di uno solo di questi geni rispetto all’allelico gene ancestrale determina una dominanza parziale su quest’ultimo. Quindi, un singolo gene mutante determina, di per sé, una modifica delle melanine. Qualora il gene
mutante fosse presente su entrambi i cromosomi, ciò implicherebbe un effetto di ulteriore riduzione delle melanine.
L’espressione fenotipica
I Canarini di Colore interessati dal 10° fattore di riduzione vengono denominati “JASPE”.
L’azione che la mutazione Jaspe esercita sul canarino classico è la modifica della tonalità
della melanina sul rachide e sul bordo delle penne. Entro queste zone scure la melanina è
più chiara e forma il disegno, offrendo un bel contrasto. La testa ed i fianchi sono nettamente segnati. Un’altra caratteristica è la grande riduzione delle melanine delle remiganti primarie meglio definita come BARRATURA ALARE, caratteristica tipica della mutazione che si manifesta nella parte centrale delle remiganti primarie e che interessa anche la parte prossimale delle timoniere esterne definita come BARRATURA CAUDALE.
Il rachide delle copritrici o tectrici è dunque scuro a differenza del rachide delle remiganti
primarie e delle timoniere caudali che è chiaro. Becco, zampe e unghie hanno lo stesso colore dei canarini classici (Nero, Bruno e Agata).

I CANARINI NERO JASPE SEMPLICE DILUIZIONE
Caratteri tipici
Sul dorso le penne hanno il rachide e le loro bordature di colore grigio grafite. Entro queste
zone di grigio molto scuro il colore è di un grigio più chiaro (acciaio) tale da formare un evidente contrasto. Il disegno e’ ben allineato in striature parallele, più lunghe e larghe possibili, che interessano anche i fianchi e la testa. Barratura alare e caudale netta e ben definita. Ossidazione completa ed uniforme.
Punti a disposizione 30
Parametri di valutazione

Indicazioni di supporto al giudizio
E’ importante verificare l’uniformità con cui la mutazione agisce su tutta la livrea perché oltre a riscontrare la presenza di una o più penne localizzate che non manifestano la mutazione è altresì possibile verificare zone in cui la mutazione stessa ha inciso in misura
differente rispetto ad altre.

I CANARINI BRUNO JASPE SEMPLICE DILUIZIONE
Caratteri tipici
Sul dorso le penne hanno il rachide e le loro bordature di colore marrone grigiastro. Entro
queste zone il colore è marrone grigiastro più chiaro tendente al perlaceo, tale da formare
un evidente contrasto. Il disegno e’ ben allineato in striature parallele, più lunghe e larghe
possibili, che interessano anche i fianchi e la testa.
Barratura alare e caudale netta e ben definita. Ossidazione completa ed uniforme.
Punti a disposizione 30
Parametri di valutazione

Indicazioni di supporto al giudizio
E’ importante verificare l’uniformità con cui la mutazione agisce su tutta la livrea perché oltre a riscontrare la presenza di una o più penne localizzate che non manifestano la mutazione è altresì possibile verificare zone in cui la mutazione stessa ha inciso in misura
differente rispetto ad altre.

I CANARINI AGATA JASPE SEMPLICE DILUIZIONE
Caratteri tipici
Sul dorso le penne hanno il rachide e la parte centrale di colore grigio, mentre le bordature
sono di un grigio molto chiaro (grigio perla) tale da formare un evidente contrasto. Il disegno e’ ben spezzato e sottile ed interessa anche i fianchi e la testa. Assenza di feomelanina visibile. Barratura alare e caudale netta e ben definita. Occhi neri, becco, zampe ed unghie chiare.
Punti a disposizione 30
Parametri di valutazione

Indicazioni di supporto al giudizio
E’ importante verificare l’uniformità con cui la mutazione agisce su tutta la livrea perché oltre a riscontrare la presenza di una o più penne localizzate che non manifestano la mutazione è altresì possibile verificare zone in cui la mutazione stessa ha inciso in misura
differente rispetto ad altre.
I CANARINI ISABELLA JASPE SEMPLICE DILUIZIONE
Caratteri tipici
I migliori soggetti osservati presentano disegno eumelanico di una tonalità beige ”fredda” con un tenue effetto c.d. “di dispersione” verso la parte esterna della penna corrispondente a quello che si osserva neII’Agata Jaspe. Il disegno, corto e sottile, deve creare un contrasto con il fondo e interessare il piumaggio con la caratteristica manifestazione ed estensione che interessa testa, guance, fianchi e petto. Tale effetto é apprezzabile nei soggetti apigmentati e mosaico, mentre nel giudizio di brinati e degli intensi si dovrà tener conto che l’interazione dei pigmenti lipocromici ostacola l’estrinsecazione di questa caratteristica. Riguardo agli intensi, si evidenzia speso il difetto di un disegno poco o per nulla evidente. Si penalizzeranno i soggetti che non evidenziano chiaramente il disegno e Ie caratteristiche peculiari della mutazione.
La barratura alare, dovrà essere evidente e interessare la parte centrale delle remiganti primarie. La barratura caudale dovrà essere limitata alla parte superiore.
DIFETTI
Penne non interessate dalla mutazione
Penne depigmentate (anche quanto la porzione della penna prossima al calamo risulta pigmentata) Barratura assente, poco estesa o eccessivamente esteso.
Feomelanina visibile (da non confondere con I’eumeIanina “dispersa” che appare di tutt’altra tonalità)
Disegno confuso o lungo e largo, determinato da un eccesso di effetto di “dispersione” già riscontrato neIl’agata jaspe.Disegno impercettibile o non sufficientemente evidente.
Punti a disposizione 30
Parametri di valutazione
ULTERIORI CHIARIMENTI
Per quanto riguarda la barratura alare e caudale, premesso che, come già chiarito, l’estensione eccessiva che arriva a interessare la punta delle remiganti e delle timoniere determina insufficienza , nelle altre situazioni in cui non si é in presenza di estensione tipica, il difetto dovrà essere valutato tenendo conto delle altre caratteristiche possedute dal soggetto.